Confraternita:
questa la parola - che ricorda le associazioni medievali di
religiosi, laici, militari, dedite ad opere di carità e assistenza -
scelta nel 1848 da un gruppo di artisti inglesi che volevano
rifondare l'arte del periodo vittoriano che, secondo loro, aveva
tradito la verità limitandosi ad imitare senza fantasia l'ideale di
bellezza di Raffaello, da cui si era sviluppata l'odiata pittura
accademica. I più importanti furono Dante Gabriel Rossetti, William
Holman Hunt, John Everett Millais, Edward
Burne-Jones, a
cui si aggiunsero in seguito altri affiliati: tutti si firmavano con
l'acronimo PRB (Pre-Raphaelite Brotherhood) e sono conosciuti da noi
col nome di Preraffaelliti. Trovando nell'arte del medioevo e del
primo rinascimento la loro fonte di ispirazione, i Preraffaelliti
andarono alla ricerca della genuinità della natura – di cui
vedevano l'intrinseca poesia - rifuggendo da tutto ciò che era
stucchevole e convenzionale per rappresentare, come scrisse
Burne-Jones: “il sogno di un mondo che non è mai esistito e mai
esisterà, una terra che nessuno può riconoscere e ricordare, solo
desiderare”. I loro colori brillanti (applicati su una tela rustica
su cui era stato steso a mo' di affresco uno strato di bianco) erano
quelli di Giotto, di Carpaccio, di Botticelli, di Filippo Lippi, la
luce era intensa, le forme realistiche fino alla minuziosità.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-Tq8hEVMX75rOZ51zHMzl60fek3rRViK6meBEAXGavACzsVbFNLYp_lAuPINh_Yl8TdnfddfQ_NAj3zYqP9WO0l09xFBoMJfkSPzY8MhaD9KAnzbTyL-RtNI2UfwJXwme7waddqppEmY/s400/2_Ecce+ancilla+domini%252C+modella+Christina+Rossetti.jpg)
Gabriel
Charles Dante o Dante Gabriel - nome con cui preferiva farsi chiamare
perché secondo lui era più adatto a sottolineare il suo amore per
la letteratura - aveva un temperamento passionale e pieno
d'immaginazione; John Ruskin, l'importante critico inglese che aveva
lanciato il gruppo, lo attribuiva alla matrice italiana della
famiglia, pur sottolineandone lo spirito indagatore che a suo parere
derivava dall'aver vissuto e studiato in Inghilterra. Fu un talento
precoce: a sei anni scrisse la sua prima poesia (attività che non
avrebbe mai abbandonato) a tredici lasciò gli studi regolari per
frequentare una scuola di disegno, a diciassette passò alla Royal
Academy, stancandosi quasi immediatamente della monotonia delle
lezioni e della copia di modelli classici alternata a lunghe sessioni
di prospettiva, e preferendo completare la sua preparazione con
lezioni private. Aveva vent'anni quando espose con altri amici il
suo primo olio importante,
“Ecce Ancilla Domini”, un'Annunciazione in tono dimesso in cui
una timida Vergine dai capelli rossi (ritratto di sua sorella
Christina) si rannicchia su un lettuccio, spaventata dall'apparizione
dall'angelo. L'identica scarna semplicità caratterizzava anche i
lavori di Hunt e Millais che nella stessa mostra rappresentavano i
sacri soggetti evangelici senza idealizzarli ma come semplici persone
della “working class”; il risultato fu una bagarre in cui il più
feroce tra i critici fu Charles Dickens, che diventò il loro più
accesso avversario in aperto contrasto col suo essere cantore dei
poveri orfanelli inglesi. Rossetti, che forse non si aspettava quelle
reazioni, decise poi di non esporre più in pubblico, ma di vendere
direttamente a privati.
All'inizio
della carriera al romantico Dante, che non aveva un soldo in tasca e
nascondeva i buchi dei suoi abiti dipingendosi la pelle sottostante,
mancava oltre che il successo anche una Beatrice. La trovò un paio
d'anni dopo la formazione della Confraternita in Elizabeth Eleanor
Siddal, una modista povera e bellissima dotata di una fulgente massa
di capelli rossi: dovette essere un colpo di fulmine perché la
ragazza diventò in breve tempo la sua modella e la sua amante
continuando anche a posare per altri artisti del gruppo. Era una
donna creativa e intelligente che non si limitò ad assumere un
atteggiamento passivo, ma volle essa stessa imparare a dipingere e a
scrivere poesie. Una volta innamorato, Rossetti decise di emanciparsi
dalla famiglia andando a vivere con Lizzy pur non avendo alcuna
intenzione di sposarla e accampando mille scuse tutte le volte che
lei glielo chiedeva. In realtà Il pittore temeva la madre e le
sorelle, che non vedevano di buon occhio il matrimonio del
primogenito con una donna di umili origini, spingendolo a ricercare
una fidanzata possibilmente italiana e ancor meglio benestante.
Ad
aggravare le cose ci si mise anche la salute di Elizabeth: forse
soffriva di depressione, forse aveva una predisposizione alle
malattie polmonari, sta di fatto che, posando per un quadro di John
Everett Millais si ammalò. L'opera doveva rappresentare un episodio
dell'Amleto, quando Ofelia, impazzita, si getta nel fiume e annega.
Per copiare la sua modella Millais l'aveva fatta immergere in una
vasca d'acqua riscaldata da lampade sottostanti che una volta si
spensero, lasciando la ragazza a mollo nell'acqua gelida. Lei non
volle lamentarsi ma si beccò una polmonite da cui non si rimise mai
del tutto, curandosi col laudano, una tintura d'oppio che al tempo si
trovava facilmente in commercio e che serviva come antidolorifico.
E questi non erano gli unici problemi tra i due: con gli anni il giovane farfallone si dimostrò infedele e la tradì con Annie Miller prima e Fanny Cornforth poi, due belle donne che gli fecero da modelle: alla seconda, una bionda carnosa che col tempo sarebbe diventata la governante di casa Rossetti, l'artista dedicò – oltre che diversi disegni - un'opera importante: “Bocca baciata”, titolo tratto da una frase del Decamerone. Intanto Lizzy stava sempre peggio finché una dose eccessiva di laudano la mandò in overdose spingendo finalmente il suo uomo a sposarla, dopo quasi un decennio di convivenza. Troppo tardi: l'anno successivo la donna partorì una bimba nata morta e, non resistendo a quella vita difficile, assunse (forse volontariamente) una dose massiccia di droga, lasciando il marito disperato e travolto da troppo tardivi sensi di colpa, al punto che con un gesto teatrale decise di far seppellire le sue poesie nella bara; qualche anno dopo ci ripensò e fece riaprire la cassa per recuperarle – come in un macabro racconto di Edgard Allan Poe - trovandole avviluppate nei lunghi capelli della morta che avevano continuato a crescere.
E questi non erano gli unici problemi tra i due: con gli anni il giovane farfallone si dimostrò infedele e la tradì con Annie Miller prima e Fanny Cornforth poi, due belle donne che gli fecero da modelle: alla seconda, una bionda carnosa che col tempo sarebbe diventata la governante di casa Rossetti, l'artista dedicò – oltre che diversi disegni - un'opera importante: “Bocca baciata”, titolo tratto da una frase del Decamerone. Intanto Lizzy stava sempre peggio finché una dose eccessiva di laudano la mandò in overdose spingendo finalmente il suo uomo a sposarla, dopo quasi un decennio di convivenza. Troppo tardi: l'anno successivo la donna partorì una bimba nata morta e, non resistendo a quella vita difficile, assunse (forse volontariamente) una dose massiccia di droga, lasciando il marito disperato e travolto da troppo tardivi sensi di colpa, al punto che con un gesto teatrale decise di far seppellire le sue poesie nella bara; qualche anno dopo ci ripensò e fece riaprire la cassa per recuperarle – come in un macabro racconto di Edgard Allan Poe - trovandole avviluppate nei lunghi capelli della morta che avevano continuato a crescere.
Rossetti
aveva una natura inquieta, originale, sensuale e forse morbosa, e
amava troppo le donne per rimanere fedele alla memoria di Elizabeth:
lei restò sempre il suo ideale femminile, ma la cosa non gli impedì
di cercare altre avventure scelte tra le ragazze che dipingeva. La
immortalò in un quadro “Beata Beatrix” - in cui, con gli occhi
chiusi, tiene tra le mani i fiori del papavero da oppio che le
vengono portati da una colomba rossa – e continuò a rappresentare
bellissime donne dei tempi andati tutte caratterizzate da labbra
piene, occhi grandi e foltissimi capelli, in una sorta di ripetizione
quasi ossessiva del tipo fisico della moglie. Dopo la sua morte si
era trasferito a Tudor House, una bella casa con un grande giardino
dove aveva dato sfogo a un'altra sua passione, il collezionismo di
mobili antichi, porcellane olandesi bianco-blu, bronzi cinesi, vasi
riempiti di piume di pavone e ogni genere di bric-à-brac. Non era
una cosa insolita per quei tempi in cui era esplosa la mania
dell'esotismo, ma il massimo dell'originalità fu il serraglio di
animali esotici di cui l'artista si circondò: un canguro, un
armadillo, un camaleonte, vari uccelli tra cui un corvo, un allocco,
e naturalmente un pappagallo parlante. Non mancava nemmeno un
vombato, un piccolo marsupiale australiano che scorrazzava per la
casa e dormiva sul tavolo da pranzo.
Aveva
anche trovato altre modelle: utilizzò Alexa Wilding, per realizzare
“Monna Vanna”, ritratto idealizzato della donna di Guido
Cavalcanti, e “Venus verticordia” (che apre i cuori), un
acquerello molto sensuale che scandalizzò John Ruskin, talmente
rigido in quanto a morale da sopportare a malapena la vista dei nudi
classici del British Museum. I due amici ruppero la relazione, mentre
Dante Gabriel si perse dietro una nuova fiamma, la mora Jane Burden
moglie di un suo amico, William Morris, anche lui poeta oltre che
architetto e decoratore, che sapeva della storia e tacitamente diede
il consenso. E' appunto lei che compare negli ultimi dipinti
dell'artista come Persefone, moglie di Ade, o Astarte, la grande dea
fenicia e cananea della fertilità e della guerra. Queste opere, più
cupe delle precedenti, furono realizzate una decina di anni prima
della morte di Rossetti. Il pittore si stava esaurendo: era depresso
e soffriva di insonnia e per curarsi ingurgitava quantità notevoli
di cloralio idrato, un farmaco sedativo e ipnotico che accompagnava
col whisky in un cocktail micidiale che lo portò a manifestare vere
e proprie forme psicogene, come la certezza che il fantasma di Lizzy
venisse a trovarlo. Era inoltre convinto di essere odiato e
perseguitato: dopo la pubblicazione delle sue poesie, accompagnata da
una corale reazione di scandalizzato perbenismo, cercò il suicidio
trangugiando un'intera bottiglia di laudano ma riuscì a
sopravvivere. ![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBn8SBtLt-lQHIc8vr4fC9Rgus0y3xVajEGghZW6H9DBFF73YvYWAydcUG1zhB5vtjS2P6dKoO1OwIBwSrHrQcPTCGrnHnccBIHt6jn2DdDrr28xb2QeXW48TuCCJNdPq72CjIOnrR0zE/s320/8_Astarte+Syriaca%252C+modella+Jane+Burden.jpg)
Fonti:
Elizabeth
Lunday, Vita segreta dei grandi artisti, Electa
Nessun commento:
Posta un commento